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capo sesto | 311 |
deputate alla riscossione. Convennero i tre stati nel 1509, 1514, 1518 a Torino. Nel 1522, a Vigone, in occasione del primo giocondo arrivo della bella ed altiera duchessa Beatrice di Portogallo; nel 1530 a Torino, quando il duca e la duchessa dovean recarsi a Bologna per l’incoronazione di Carlo Quinto; nel 1533 finalmente di nuovo a Torino. Ed importa d’osservare. che non erano quelli gli stati generali della monarchia, ma i soli tre stati della patria cismontana, cioè del Piemonte e dei paesi di nuovo aggregati, esclusa la valle d’Aosta che avea una costuma speciale, e sue particolari adunanze di stati.
La prima cura de’ Francesi, poiché furono padroni di Torino, fu d’afforzar la città sicché potesse resistere ad un assedio che prevedevano imminente. Epperciò cominciarono dall’atterrare i quattro ampi sobborghi che si stendevano fuor delle porte, e che, insigni per chiese e monasteri, abbondanti di popolo e d’edifizii, formavano quasi un’altra città. Poi costrussero bastioni, aggiunsero nuove opere di difesa alle già esistenti, sicché, giungendo poco dopo appiè delle mura il duca di Savoia e Antonio di Leyva con un esercito, la città si trovò forte abbastanza da poter resistere, finché la sconsigliata spedizion di Provenza di Carlo Quinto li obbligò a levar l’assedio.
Con non minore felicità sfuggì. Torino alla sorpresa tentata il 26 di luglio del 1537 dal capitano