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302 | libro quarto |
aderenti, tutti mollo bene in armi, a Yenne, dove il duca dormiva nella casa del tesoriere generale Richardon, insieme col suo governatore il sire di Grolèe d’Eslins. Pigliò d’Eslins, e così come si trovava in berretto da notte, lo mandò in uno de’ suoi castelli in Moriana, ed egli rimase a custodire il duca; il quale, benché in età fanciullesca, pur gli andava con autorità e franchezza dicendo: « Tu sei un traditore, che con onta mia hai preso il governatore che m’ ha dato il re di Francia mio zio, ma un giorno o l’altro te ne pentirai »; al quale il conte graziosamente rispondeva: « Illustrissimo duca, ho fatto quésto per certi buoni rispetti che vi esporrò a quattr’occhi; se sapeste la cagione, direste che ho fatto bene ». Raccolse poscia il conte della Camera un piccolo esercito, e venne in Piemonte per cacciai’ dal governo il vescovo di Ginevra, ma dopo varie fazioni, in gennaio del 1480 trovandosi egli col duca nel castello di Torino, coricalo, dicono alcuni, nel suo medesimo letto, fu sorpreso anch’esso alla sua volta dal conte di Bressa, il quale lo carcerò in nome dei re di Francia.
Ma passiamo questi casi che appartengono alla Storia della Monarchia, e non a quella della Città di Torino. Il duca Filiberto, che regnò solo di nome, mancò di vita in Lione, il 22 d’aprile del 1482. Negli otto anni che seguitarono, le cose si rassettarono alquanto, e cominciarono di nuovo ad ordinarsi: