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300 libro quarto

di Savoia, viveasene appartato con Violante di Fran­cia, sua moglie, nella sua baronia della Bressa, quando la morte del padre lo chiamò alla successione. Se pei frequenti accessi che pativa di mal caduco, e il breve suo regno, e la tristizia de’ tempi, non potè giovar gran fatto alla cosa pubblica, edificò nondimeno i suoi popoli coll’esempio delle cristiane virtù che gli meritarono poi l’onor degli altari. Anzi la cosa pub­blica, lui vivo, peggiorò; perchè Filippo di Savoia, suo fratello, uscito dal castello di Loches, ove il re di Francia l’avea sostenuto molto tempo in carcere, e fatto luogotenente generale dello Stato durante la malattia del duca, molte violenze commise in Pie­monte, massime contra gli ecclesiastici; egli usava termini assoluti in Piemonte e nella sua baronia di Baugè, come gli altri sui fratelli a Ginevra e nella contea di Romont. Anzi questi ambiziosi, sdegnati dell’utile influenza che Violante esercitava sull’animo del marito, vollero di viva forza averlo con loro onde regolarne l’arbitrio secondo i loro privati interessi. La duchessa, costretta ad invocare l’aiuto del re suo fratello, accrebbe, colla sempre maggior preponde­ranza che l’astuto ed infido Ludovico xi vi venne acquistando, i mali della patria. E perduto il marito (1472) essa medesima, mentre ondeggiava fra il duro imperio fraterno, e le proferte di Carlo il Temerario, duca di Borgogna, fu da quest’ultimo fatta prigione, e tenuta tre mesi nel castello di Rouvre: e per poco