di Savoia, viveasene appartato con Violante di Francia, sua moglie, nella sua baronia della Bressa, quando la morte del padre lo chiamò alla successione. Se pei frequenti accessi che pativa di mal caduco, e il breve suo regno, e la tristizia de’ tempi, non potè giovar gran fatto alla cosa pubblica, edificò nondimeno i suoi popoli coll’esempio delle cristiane virtù che gli meritarono poi l’onor degli altari. Anzi la cosa pubblica, lui vivo, peggiorò; perchè Filippo di Savoia, suo fratello, uscito dal castello di Loches, ove il re di Francia l’avea sostenuto molto tempo in carcere, e fatto luogotenente generale dello Stato durante la malattia del duca, molte violenze commise in Piemonte, massime contra gli ecclesiastici; egli usava termini assoluti in Piemonte e nella sua baronia di Baugè, come gli altri sui fratelli a Ginevra e nella contea di Romont. Anzi questi ambiziosi, sdegnati dell’utile influenza che Violante esercitava sull’animo del marito, vollero di viva forza averlo con loro onde regolarne l’arbitrio secondo i loro privati interessi. La duchessa, costretta ad invocare l’aiuto del re suo fratello, accrebbe, colla sempre maggior preponderanza che l’astuto ed infido Ludovico xi vi venne acquistando, i mali della patria. E perduto il marito (1472) essa medesima, mentre ondeggiava fra il duro imperio fraterno, e le proferte di Carlo il Temerario, duca di Borgogna, fu da quest’ultimo fatta prigione, e tenuta tre mesi nel castello di Rouvre: e per poco