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298 libro quarto

arredi delle case; il divieto d’alienar beni a persone od a corpi immuni; infine il diritto di riporre nel­l’archivio del comune le filze, note, abbreviature e protocolli de’ notai defunti1 ond’esservi custoditi a benefizio degli interessati. Disposizion salutare che onora ugualmente il comune che l’ha sollecitata, e il principe che l’ha conceduta.

Ludovico vedendo lo Stato debole e diviso, e te­mendo l’ambizion de’ vicini, giudicò doversi ristrin­gere in confederazione colla Francia, colla quale un doppio matrimonio avea già unita la sua casa. Di Carlotta sua figliuola col delfino; di Violante fi­gliuola del re, con Amedeo principe di Piemonte. Se non che il re, conoscendo il mutabil pensiero del duca, e la confusion del suo governo, volle che la lega con lui contratta venisse approvala dai tre stati. Radunaronsi per questo fine a Borgo in Bressa nella state del 1456, innanzi a Ludovico ed agli ambasciadori del re, ed il cancelliere esposé con appro­priate parole ciò che s’era fatto, e ciò che da loro si voleva. Nulla per altro si conchiuse, non avendo molli fra i deputati sufficiente mandalo. Imperocché non pochi comuni, e fra gli altri Torino, temeano che quella lega, con forme così straordinarie e col­l’assenso di tutto il paese contratta, inducesse una specie di vassallaggio ver la corona di Francia; che ad ogni modo, se il duca fallisse ad alcuna delle condizioni di quel trattalo, il re venisse contro al