Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
22 | libro primo |
e forse era desinenza speciale del dialetto de’ Liguri della gran valle del Po la desinenza in engo che si vede frequente in molti villaggi alla sinistra, ed anche talora alla destra del fiume tra la Stura ed il Ticino.
La mitologia, che ha un piè nella storia l’altro nelle regioni della fantasia, stese sui nostri dolci campi le sue leggiadre finzioni. Lascio il troiano Antenore che, dopo le ruine Iliache venne alle spiagge de’ Veneti e fondò Padova; la profetessa Manto, che da’ suoi amori col Tevere generò un figliuolo chiamato Ocno, che fondò una città e la chiamò Mantova col nome materno. Ma lungo le rive di quest’Eridano, che re discorre tra i fiumi d’Italia, fu il triste caso di Fetonte che mal seppe reggere il carro del sole; qui lo piansero le Eliadi sorelle e le pietose lagrime mutavansi in ambra, e i lor corpi inarboravansi in pioppi; e qui Cicno, figliuolo di Stendo re de’ Liguri, si consumava d’affanno per la morte di Fetonte suo parente ed amico, tantoché gli Dei, impietositi, lo cambiarono in cigno.14 È assai verosimile che queste favole adombrino alcun vero fatto dei re Liguri, sui quali è muta la storia. Finalmente qui l’Èrcole greco, simbolo della forza operante, incontrava nella terra paludosa l’esercito imperterrito de’ Liguri, contra cui non valeva nè saldo pesce di braccio, nè potenza d’arco. E poi, superando le nevose cime dell’Alpi, lasciava ad una parte di esse