siccome era prescritto da antichi concilii. Fece esaminare i loro libri, e quanti ne furon trovati contenere alcun vitupero della legge cristiana, tanti ne fece ardere. Aveva in animo di pellegrinare ai luoghi santi, ma gli affari di stato non glielo consentirono. Succeduto a principi che dell’antica cavalleria aveano tutti i pregi ed anche i difetti, ei non volle in ciò imitarli, e fu di costumi intemerati. Vedovo da più anni, avendo anche perduto il suo primogenito Amedeo, principe di belle speranze, egli ebbe vaghezza di ritirarsi dal mondo; ma anche in ciò si scoperse l’indole sua nemica de’ partiti estremi. Questo principe avea fondato sulle rive del lago temano poco lungi da Tonon, in un sito solitario, posto fra una selva e il lago chiamato Ripaglia, un convento di canonici regolari di S. Agostino. Appresso a quello fece Costrurre sei magioni, l’una dall’altra appartata, per sei romiti; ed una settima più elevata e più nobile per sè. Scelse a compagni sei provetti cavalieri, sciolti come lui dal legame del matrimonio, e per isperienza di cose di stato, per armi, per ambasciate chiarissimi, e con essi sotto l’invocazione del glorioso martire S. Maurizio, si ritirò a far vita solitaria, in tonaca da romito, con barba lunga e bastone, senz’altra distinzione che una croce d’oro pendente dal collo. Chiamaronsi cavalieri di S. Maurizio. Il duca aveva abbandonato al figliuolo la spedizione delle minute