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capo terzo 281

partitamente le imprese del principe d’Acaia, sol perchè il comune di Torino vi pigliasse qualche parte collo spedirvi le sue milizie: accennerò soltanto di volo le cose di maggior momento da lui è da’ suoi successori operate, poiché il narrarle appieno ap­partiene alla storia de’ principi d’Acaia, a quella della monarchia di Savoia, e il ripeterle in questo luogo sarebbe non solo superfluo, ma vizioso. Morto nel 1343 il re Roberto, caduto lo scettro di Napoli nelle mani d’una donna, risvegliossi la cupidità de’ vicini, e primi a pericolare furono i lontani suoi dominii di Piemonte. Insorsero il marchese Giovanni di Monferrato, Giovanni e Luchino Visconti. Questi ebbe la signoria d’Asti. Quegli vinse i Provenzali al Gamenario, e intendeva a trar profitto dalla vit­toria. Jacopo d’Acaia professavasi amico agli Angioini. Ma scorgendo la somma difficoltà di mantenerli in istato, pensò esser miglior partito che le loro spoglie profittassero agli amici che ai nemici, e però, chiamato in aiuto il conte di Savoia, tenero ancora d’anni e sotto tutela, conquistò nel 1347 Chieri, Cherasco, Alba, Mondovì e Cuneo; e ripigliò Savigliano che avea dismessa al re Roberto. Ma di tanti acquisti non poterono i due principi di Savoia con­servar altro, per allora, che Chieri e Savigliano.

Nel 1360, la città di Torino e l’intera Piemonte, mutava signore. Eran nate quistioni gravissime tra il principe d’Acaia e Amedeo vi conte di Savoia,