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260 libro quarto

violenza che si usava al Monferrino, o sia perchè le pretensioni di Tommaso fossero sì gagliarde da non potersi, neppure in quella necessità, accettare. La convenzione stipulata il 21 di giugno ordinava: Guglielmo rendesse a Tommaso la città di Torino colla casa forte che v’avea edificata, e colla bastia del ponte di Po, Collegno e Grugliasco; salva in quanto a Collegno la riserva di far valere le sue ragioni in via giuridica, come farebbe pure rispetto a Druent. Promise ancora Guglielmo di non impe­dire a Tommaso la signoria di Cavoretto, Montosolo ed Alpignano, nè degli altri luoghi posseduti dai Torinesi. Si riservò la facoltà di difendere i comuni di Milano, Como, Pavia, Cremona, Novara, Vercelli, Tortona, Alessandria, Acqui, Ivrea e Casale, coi quali avea confederazione, nel caso che venissero da Tom­maso assaliti. Del rimanente giurò sotto fortissime pene, per cui diè cauzione ed ostaggi, che non da­rebbe danno a Tommaso, nè al vescovo di Valenza, nelle cui terre era stato preso. Finalmente promise la restituzione di seimila lire viennesi, che dichiarò d’aver avute in prestito dal principe di Savoia; il quale prèstito è negalo dagli scrittori monferrini,1 che lo dicono immaginalo al solo line di dar causa ad una obbligazione di pari somma. Se ciò fosse, Tommaso, usando poco moderatamente la sua for­tuna, avrebbe fatto pagar al marchese le spese delle genti assoldale per farlo prigione.