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250 | libro terzo |
che Pietro e gli altri conti di Savoia approvassero quest’accordo.
Intanto, per sicurtà dell’osservanza de’ patti, Tommaso desse nelle mani del comune Mercurolio, od in sua vece il castello e la terra di Villafranca, Carmagnola, od in sua vece Revello (terre Saluzzesi forse perla tutela accennata di sopra venute in suo potere): Cavoretto, il castello inferiore di Cavour, il castello e la terra di Cumiana: ove consegnasse Carignano agli Astigiani, gli si rendessero due delle tre terre in ultimo luogo mentovate. Tutto ciò salvi gli accordi preceduti.
Parea che per certo dovesse il principe Tommaso veder allora il termine di sua prigionia. Pure sul finire di giugno era ancora in Asti, e dopo un’altra convenzione, con cui si procedette a deputar i castellani delle fortezze da tenersi in deposito, dovette ancora promettere di dar in pegno agli Astigiani il castello di Gorzano, e ciò che più monta, consentire che gli Astigiani ritenessero quel castello e gli altri sopra mentovati, non solo fino alla totale liberazione de’ mercatanti Astigiani sostenuti al di là dai monti, ma fino al pagamento finale di tutti i debiti che avea contratti in Asti.4
Lo sventurato tornò finalmente in libertà, lasciando statichi in Asti i proprii figliuoli, che vi rimasero assai tempo, perchè i principi suoi fratelli negavano con perseverante durezza di ratificar un accordo che