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222 libro terzo

qua del Po, e poco per poco s’ampliò tanto da com­prendere adesso tutti gli Stati del re tra P Alpi e il mare, ad esclusione delle riviere marittime. Parteggiavano infine per Torino anche i marchesi di Romagnano. Gli Astigiani o erano tornati all’amicizia dei Torinesi, o teneansi quanto meno in neutralità. Mutazioni frequentissime a quel tempo secondochè si rimutavano gli ufficiali del comune, e prevaleva una parte piuttostochè l’altra; il che, per brighe interne, per ravvicinarsi di un esercito, per la sconfitta di un alleato, pel soperchiar d’una setta in uria città vicina, vedeasi accadere alla giornata.

Le differenze tra i Torinesi ed il contò di Savoia nasceano da che ed il comune ed il conte aveano ragioni di signoria, e dritti utili sulla terra di Col­legno; confusioni di signoria frequenti ne’ tempi di cui parliamo, ne’ quali vedeasi spesso entro ad uno stesso comune, la giurisdizione civile appartener ad una podestà, all’altro la criminale, ad uno il dazio del mercato, all’altro la dogana, ad un terzo il diritto di far esercito e cavalcata, vale a dire di chiamar i borghesi all’arme nel numero, al tempo e ne’ luoghi determinati. Ma queste cumulate signorie davano facile origine a dissenzioni piuttosto negli accordi sopite che troncate.

Tommaso i, conte di Savoia, aveva in gennaio 1228 ceduti i suoi diritti sopra Collegno a Margarita, nata d’Amedeo iv suo figliuolo, e sposa di Bonifacio