Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
capo quarto | 221 |
voltosi ai danni del marchese di Monferrato, dopo alcune prospere fortune, nell’espugnazione di Chivasso, trafitto di saetta morì.
Mancò pure di vita un anno o due dopo Tommaso conte di Savoia, dopo essersi per forza d’armi insignorito di Moncalieri, ed aver tentato invano l’assedio di Torino.
Lasciò numerosa prole. Primogenito e successore Amedeo iv: Tommaso, secondo di questo nome, che non fu conte di Savoia, ma ebbe dal fratello il 19 d’aprile 1255 in feudo gentile tutto il paese che possedeva da Avigliana in giù, e fu per tal guisa signor del Piemonte, prima di esser conte di Fiandra. Pietro e Filippo, stati ambedue alla loro volta conti di Savoia. Dal primogenito in fuori che fu principe bonario, e non de’ più atti a regger popoli in tempi di tanta difficoltà, gli altri ereditarono tutti, qual più qual meno, Pietro singolarmente, l’alta mente e gli spiriti bellicosi del padre.
Intanto la guerra procedea con successi piuttosto favorevoli ai Torinesi. Stavano per loro il vescovo Ugo Gagnola (succeduto a Jacopo di Carisio) Pinerolo col suo abbate di S.ta Maria, che aveva ripigliato l’antica influenza su quel comune; Moncalieri, la quale era dunque tornata in libertà; Piossasco, Barge, Bagnolo ed altre terre del Piemonte; il qual vocabolo prima ristretto a significar il paese compreso tra il Sangone ed il Po, s’era già allargato a tutto il paese al di