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220 libro terzo

la lontananza riuscivan lentissimi. E diffatto igno­riamo se un solo soldato del Delfino sia mai com­parso a sostenere in Piemonte la parte guelfa.

Rei frutti portò invece quella lega a Testona. Asti e Chieri, radunato improvvisamente il loro sforzo, le giunsero addosso, e trovatala sprovveduta, e forse ignara d’aver il nimico alle porte, preser la terra, e tutta crudelmente la distrussero, primachè potes­sero i comuni confederati soccorrerla d’aiuto effi­cace. E in quella occasione i Cheriesi trascorsero all’empietà di spogliar la chiesa testonese, sede d’antico capitolo, e di rapirne i sacri vasi. E i mi­seri borghesi scampati all’eccidio della loro patria, furono costretti ad andare errando e mendicando colle loro famiglinole per ben due anni, finché nel 1230 venne Oberto da Ozino coll’esercito de’ Mila­nesi, e dopo aver guastato il territorio d’Asti, ed essersi impadronito di molte terre nel Monferrato e nel Saluzzese, ridonò ai miseri Testonesi un asilo, fabbricando loro in sito di bel riguardo e alla de­stra sponda del Po, presso al ponte dei cavalieri del Tempio, la terra di Moncalieri. Ma poco dopo venuto il general milanese a battaglia con Tommaso conte di Savoia, fu ucciso, chi dice nella mischia e chi dopo; non senza strano esempio di crudeltà, se fosse vera la seconda opinione. L’anno seguente spedirono i Milanesi in Piemonte nuovo esercito e nuovo capitano, Ardighetto Marcellino, il quale