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capo terzo | 217 |
Salva sarebbe l’amicizia che aveva il Delfino col marchese di Monferrato, ma ristretta alla vita del presente marchese, o alla difesa de’ dominii allora posseduti. E salve sarebbero altresì le confederazioni dei comuni con Vercelli, Alessandria e Milano, e con altri popoli delle leghe di Lombardia, della Marca e della Romagna.
I lucri che si facessero in qualche impresa comune sarebbero per due terzi di chi la fa, per un terzo di chi l’aiuta.
Le medesime cose promisero Torino, Testona e Pinerolo al Delfino, in nome eziandio degli altri comuni; se non che Testona eccettuò i signori di Bra, di Sommariva, di Perno e di Montaldo, e si riservò la facoltà di difendere gli Astigiani per tutto il proprio territorio.
Questa lega dovea giurarsi ogni cinque anni dal Delfino, da’ suoi baroni, castellani e mistrali (ricevitori delle rendite demaniali). I comuni doveano farla registrare nel libro degli statuti, e farla giu rare dai podestà ed altri, ufficiali.4