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capo terzo | 211 |
Nè vi durarono fatica; perlocche recatosi Ruffino Guasco, podestà di Torino e di Pinerolo, alla Perosa, vi trovò i principali baroni della corte del Delfino viennese, e addì 13 di luglio del 1226 si stipulò un trattato di fratellanza e di lega a nome del comune e della chiesa di Torino, del comune e del monastero di Pinerolo, di Testona, Piossasco, Bagnolo e Barge da una parte, del Delfino viennese dall’altra, con questi patti sostanzialmente:
Sarebbe fratellanza, lega ed amicizia perpetua tra i comuni ed il principe Andrea Delfino.
Questi fosse perpetuo cittadino di Torino, Pinerolo e Testona.
Comprasse perciò prima del Natale una casa a Torino del valore di cento marchi d’argento, la quale non potrebbe mai nè alienare nè infeudare.
Non s’imponessero nuovi pedaggi.
Il Delfino proteggesse per tutto il suo Stato le persone e i beni de’ Torinesi, Pineroliesi, Testone si e degli altri contraenti.
Il Delfino vietasse o non le vettovaglie al conte di Savoia, facesse di tutto il suo Stato guerra a fuoco e sangue al medesimo e agli altri nemici dei Torinesi, secondochè piacesse ai comuni ed alle chiese predette.
Gli uffiziali del Delfino negassero il passo ai Genovesi; Astigiani e Cheriesi ed altri nemici de’ Torinesi, che non facessero il loro cammino per Testona,