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198 libro terzo

sa in qual tempo, al vescovo, e che trovavansi specificate nella confermazione come Rivalla, Pianezza, Carignano, Avigliana.

Il comune avea acquistato per concessione impe­riale la giurisdizione della strada Romana fino ad Avigliana, e di essa con quel diploma veniva ingiu­stamente spogliato. Aveva inoltre conseguilo la li­bertà, e questa libertà che si facea, com’ è detto, consistere nell’avere diretta dipendenza dal solo im­perio, pativa notabile diminuzione colla signoria at­tribuita al vescovo, che, avendo sua residenza in città, ed essendo già troppo influente e per la su­blimità ed i privilegi del sacro suo ministerio, e pe’ molli domini! temporali posseduti, riusciva il più incomodo de’ signori.

Per sentenze di due messi imperiali, Gottifredo e Marcoardo, il conte Umberto iii, il quale, benché a malincuore, seguiva pur sempre i vessilli imperiali, fu spogliato de’ castelli di Pianezza, d’Avigliana, Rivalta e della metà di Carignano (1184, 1185, 1186) che vennero aggiudicati al vescovo Milone di Car­dano, terzo nell’ordine de’ succeduti a Carlo i.4

Qual efficacia abbia poi avuto rispello alle con­dizioni della città di Torino l’immane diploma del 1159, noi vedo per sicure notizie, e probabilmente i cittadini non s’acquetarono a perdere a un tratto ciò che aveano con si lunga e sì generosa industria acquistato.