narrata del marchese Arduino); sosteneva perciò spettargli fra le altre ragioni quella di concorrere all’elezion dell’abbate, ovvero di confermarla. Nel 1066 invece fu dai monaci eletto, a sua totale insaputa, Benedetto ii di questo nome; ed egli che in fatto di costumi era così tollerante, s’adontò immensamente di quest’offesa fatta alla sua giurisdizione, e co’ suoi Torinesi capitanati dal marchese Pietro uscì a’ danni del monastero. Molto tempo durò quella guerra scandalosa, e con vario successo, per chè anche i monaci corsero all’armi, e trovaron gente a difenderli; e sebbene Cuniberto ed il marchese pervenissero a cacciar l’abbate dal monastero, pure ei vi tornò improvvisamente nel 1078 con buon nerbo di truppe, e trovati gli occupatori sprovveduti li volse in fuga assai ben malconci. Ma sul finir di quell’anno medesimo il papa vietò sotto gravi pene le offese, ordinò che l’una parte ristorasse all’altra i danni dati, e commise la cognizione della causa nel merito ai vescovi d’Asti e d’Acqui ed all’abbate di Fruttuaria.3 Come finisse poi la questione non è ben certo, nè merita fede quanto narra lo scrittor della vita di S. Benedetto giuniore, che il vescovo, condannato dai delegati, e continuando le offese, venisse scomunicato. Il marchese Pietro morì tra il 10 luglio e il 26 d’ottobre del 1078 non lasciando che due figlie. Cuniberto poco più d’un anno dopo. Non pare che il fratei minore di Pietro,