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174 libro secondo


Di ninna cosa operata da Oddone di Savoia, mar­chese di Torino, ci è pervenuta memoria. Egli era già morto il dì della Trinità del 1060. La vedova Adelaide quattr’anni dopo avea fatto investire del marchesato Pietro suo figliuol primogenito, che pre­siedette in tal qualità un placito o pubblico giudizio a Cambiano. Nè di questo marchese ci favella la storia fuorché per ricordare gli atti di pia libera­lità a cui intervenne colla madre, ed il favore che egli ed i suoi Torinesi diedero al vescovo Cuniberto nelle contese che questi ebbe co’ monaci di S. Mi­chele della Chiusa.

Nel 1046 succedeva Cuniberto nella cattedra to­rinese al vescovo Guidone, il quale era egli stesso succeduto otto anni prima al vescovo Landolfo. Assumeva l’onor pastorale in tristissimi tempi, ne’ quali in quasi tutti i regni, e più spezialmente in Lombardia, il clero era contaminato generalmente dal vizio del concubinato, nè come vizio dissimulavalo, ma come dritto difendevalo, usando storte interpretazioni della Scrittura, ed invocando l’au­torità d’un preteso concilio triburiense.

La santa sede molto penò a sradicar quell’errore, e molto penò e molti pericoli corse il Legato pontificio S. Pier Damiano, il quale, venuto anche in queste nostre contrade, riprese il vescovo Cuniberto che, mentre egli era netto da tal corruttela, la tollerasse nel suo clero, massimamente che questo clero,