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libro secondo, capo ottavo |
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Tedeschi a Pavia. A richiesta della madre un monaco lo sottrasse con pietosa industria alla vigilanza delle guardie e lo condusse a Gerberga in Borgogna, dove il padrigno, che non avea prole, gli pose grande amore, lo fe’ suo figliuol d’adozione, e morendo gli lasciò lo Stato, che tutto non potè conservare, ma conservò la contea di Borgogna, propriamente detta, chiamala più tardi Franca Contea, e varii paesi al di qua dal Giura. Otton Guglielmo è quel principe che i cronisti di Savoia chiaman Beroldo.1 Umberto suo figliuolo, lasciata la casa paterna, s’acconciò ai servigi di Rodolfo iii, detto l’Ignavo, e col favor della regina Ermengarda crebbe in gran possanza, e resse varii contadi. Non si sa se per avventura alcun n’avesse del padre suo. Forse quello di Nyon, non troppo lontano dall’altro di Warasche, da Otton Guglielmo posseduto, fors’anche quello d’Aosta, che abbia col volger degli anni ricuperato. Comunque sia, certo è che Umberto Biancamano possedette i comitati d’Aosta, di Savoia, di Moriana, di Tarantasia, del Ciablese, di Nyon, di Belley, di Salmorenc, e così la massima parte del regno di Borgogna, come notò S. Pier Damiano, e che Oddone figliuol di lui, pel suo matrimonio con Adelaide, aggiunse a così bello Stato e sì forte per l’importanza de’ siti, un altro Stato più ricco e non meno importante, tornando ad essere, come i suoi scettrati maggiori, principe italiano.