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156 | libro secondo |
quale erasi, come abbiam veduto, nel dominio dei comitati posti alla sinistra del Po, sostituito alla stirpe de’ Berengarii. Sarebbero dunque stati divisi gli Stati d’Arduino Glabrione tra Arduino figliuol di Dadone, marchese d’Ivrea, e Manfredi, conte e marchese nei comitati di Torino, Asti, Oirado, e forse in qualche altro ancora; ed Arduino avrà probabilmente signoreggiato, oltre al comitato d’Ivrea, anche quello di Aosta, e forse anche l’altro di Vercelli, vasto ed importante molto.
Comunque sia, l’elezione d’Arduino fu accettata generalmente in Italia, ed egli fu incoronato il 15 di febbraio a Pavia. Ne’ primi giorni di marzo s’intitolavano nella città d’Asti gli atti nel suo nome; e punto non dubito che per legittimo re qual era fosse eziandio riconosciuto a Torino; se non che, eletto re di Germania Arrigo ii, chiamato da alcuni il Santo, ei si pensò d’aver ragione sulla corona lombarda, quasiché oramai non si potesse più dispiccare dalla Germania; e siccome per eterno vituperio d’Italia la divisione e l’invidia de’ nazionali furono sempre i vizii che apersero allo straniero la porla di queste divine contrade, trovò qui facilmente aderenti. Vero è che ad attenuarne il fallo potrebbe osservarsi che le frequenti e bestiali collere d’Arduino, nelle quali non avea rispetto a persona del mondo, e poneva svergognatamente le mani addosso anche ai vescovi, non che ai grandi; offuscavano singolarmente le virtù