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144 libro secondo


Il che parrà tanto più evidente se si consideri che i cittadini vennero poscia a questione col vescovo, lo cacciarono, lo tennero tre anni lontano dalla sua sede. Il che forse poterono fare quando contendendo Berengario e Guido pel regno, la città era rimasta senza conte. Nel qual tempo lontano essendo il ve­scovo, morto forse, o lontano il conte, i cittadini co­minciarono sicuramente a sperimentar la dolcezza di governarsi da sè. Ma il vescovo frattanto racco­glieva armati, rientrava sotto sembiante di pace nella propria sede, e puniva i cittadini atterrando le mura e le torri, le quali dunque nell’interesse de’ citta­dini, non in quello dei re d’Italia erano state in­nalzate.

L’ ho detto altrove, e qui con sempre maggior persuasione lo confermo: fin dal tempo dei Carolingi sono da cercare i primi elementi della ricostruzione del municipio colla nuova forma comunale. Fin d’allora s’introdussero le buone consuetudini, che riconosciute poi e confermate dai Berengarii e dagli Ottoni, formarono la base del dritto comunale; fin d’allora cominciarono quelle giure o gilde, o compagnie, quelle associazioni di mutua guarentigia, con cui i popoli indifesi o mal difesi cercavano d’assicurare a se medesimi una forza ordinata che tenesse luogo di legge efficace, e di protezione pubblica. La perfezione della forma comunale si otteneva solo