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Capo Quinto
Quistioni de’ Torinesi col vescovo Ammulo, il quale cacciato dalla sua sede, vi torna dopo tre anni, e distrugge le mura e le torri della città. — Prove d’un ordinamento comunale a Torino, verso il 900.
Dopo Claudio iconoclasta, trovansi per lungo spazio i nomi appena di qualche vescovo di Torino: Guglielmo i, circa l’ 840; Claudio ii, nell’ 875; Lancio, nell’ 889.
Verso l’ 897 pontificava Ammulo, che assistè l’anno dopo al concilio Romano congregato da Giovanni ix, e si mostrò uno de’ più fervorosi apologisti della memoria di papa Formoso. Questo vescovo, sappiamo dal cronachista della Novalesa aver avuto quistione co’cittadini; essere stato cacciato dalla sua sede; dove tornando tre anni dopo, conchiusa che fu la pace, con una squadra d’armati distrusse, per fiaccare l’orgoglio de’ cittadini, le mura della città e le torri frequenti che le coronavano.1