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scienze, sull’industria, sul commercio; ne’ raggi di civiltà che diffonde; nel correggere antichi errori, nello impedirne de’ nuovi; nel promuovere i veri progressi sociali; nel gittar semi che preparino ai tardi nepoti materia di felicità per loro, di copiose benedizioni per la memoria degli avi.

Questi pensieri mi correvano spontanei alla mente, quando l’inclinazione e la gratitudine mi spingevano a chiedere all’E.V. il permesso d’intitolare all’illustre suo nome la Storia di Torino, e mi sorrideva ad un tempo l’imagine di tante opere insigni dovute alla sapiente liberalità dell’Augusta Regina, di cui l’E.V. e degno Ministro, e la gloria pura e santa che l’alto senno e la fedel divozione di V.E. fa riverberare sui nomi di Carlo Felice e di Maria Cristina.