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126 | libro secondo |
quale, dimentico di sua giurata promessa, venuto negli ultimi mesi del 900, ninna difficoltà incontrò a farsi eleggere re d’Italia a Pavia, e poi nel febbraio del 901 a farsi incoronare imperatore a Roma. Berengario avea dovuto fuggir in Baviera, anzi s’era sparsa in queste contrade la voce della sua morte; e nel 902 Ludovico, licenziato il suo esercito, si godeva in pace il regno nella città di Verona, quando improvvisamente comparso il re Berengario con una man di guerrieri, fu messo dentro dai cittadini. Ludovico ricoveratosi in una chiesa, fu preso e condotto innanzi a Berengario, il quale rimproveratolo come spergiuro, lo fe’ abbacinare, e lo rimandò quindi imperatore, ma cieco, al suo regno di Provenza.
Dopo quel fatto, per molti anni niun competitore contrastò più la corona a Berengario, il quale anzi nel 915 ottenne la corona imperiale da papa Giovanni, che avea bisogno dell’armi sue contro ai Saracini che infestavano, conculcavano, saccheggiavano l’ ltalia dalle due estreme parti dell’occidente e del meriggio. Ma nel 921 alcuni principi d’Italia, sempre malcontenti d’aver veduto un uguale sollevato a tanta dignità, e facili perciò a prender ombra e dispetto di ogni più lieve contrasto, profersero la corona a Rodolfo ii, re della Borgogna Trasjurana, il quale venuto nell’autunno in Italia, fu coronato in Pavia. Con tanta facilità questa misera corona era offerta, presa, data e ritolta.