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98 capo ottavo, note

farsi dal papa memoria d’altro vescovo di Torino, che fosse stato prima di lui espulso dalla propria sede dai Longobardi, rendono non solo possibile, ma probabile che già fosse vescovo l’anno in cui giunse Alboino, è che non abbia avuto cuore di abbandonar la sua chiesa e di darsi alla fuga, come fecero altri vescovi; o che non l’abbia potuto fare, o che, salvatosi ne’ primi terrori, sia tor­nato al falso aspetto d’una bonaccia, ed abbia sofferto la depre­dazione ed il carcere, e che in ultimo, restituito alla libertà, non sia stato contemporaneamente restituito alla propria sede, occupata ancora nel 598 dai nemici, cioè dai Longobardi ariani.

Dato che Ursicino fosse già vescovo nel 568, anno in chi Al­boino venne in Italia co’ suoi Longobardi, colle sei tribù ausiliare e co’ Sassoni, l’indizione xiii in cui morì Ursicino, non potrebbe cercarsi nell’anno 595, anteriore alle lettere di S. Gregorio, ma nella prima successiva, cioè nel 610, nella quale ipotesi, che credo la più sicura, Ursicino sarebbe nato nel 530, e sarebbe stato consecrato vescovo nel 563, cinque anni prima dell’arrivo di Alboino.

Se non che essendo probabile che invece della indizione pon­tificia che comincia al Natale, si segnasse dall’autore dell’iscri­zione l’indizione Costantiniana, che era la più comune, e comin­ciava il 24 di settembre, la morte d’Ursicino, che passò di vita in ottobre, cadrebbe nell’indizione nuova, e così dovrebbe rife­rirsi all’anno 609, nella quale ipotesi sarebbe nato nei 529, ed avrebbe conseguita la dignità vescovile nel 562.