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note 95

allogarsi: qui ecclesiam inibi fabricarent cum circumiacentibus episcopis ubi reliquias B. Iohannis Baptiste reponerent eamque perfectam Episcopo Viennensi ad cuius dyocesim pertinebat locus beato Isicio conseruare precepit. Segue poi a narrare che Gontranno radunò un concilio di vescovi a Châlons, e che ivi fu ordi­nalo Felmasio primo vescovo di Moriana a cui assoggettò anche Seusiam ciuitatem iamdudum ab Italis acceptam.1 Nè a ciò ripugnano le lettere di S. Gregorio Magno, il quale parla solamente di parrocchie situate in finibus Francorum stac­ate per violenza dalla diocesi torinese. Ed erano appunto in fi­nibus Francorum Susa e la valle di Lanzo. Solo conviene di ne­cessità supporre che l’aggregazione delle parrocchie italiane, sebbene già da Gontranno risoluta, sia per qualche anno rimasta ineseguita, cioè fino ai tempi dei re Teodeberto e Teoderico. Io credo pertanto che Ursicino non abbia in quella occasione perduto che le parrocchie situate nelle valli di Susa e di Lanzo. Altra sicura memoria non aveasi d’Ursicino fuorché quella che dalle lettere surriferite si potea ricavare, e gli scrittori congettu­rando, ne assegnavano la morte al 600, ed al primo di febbraio, giorno nel quale il Capitolo Torinese celebra da tempo antichis­simo la festa d’un ignoto vescovo Sant’Orso, che s’affermò dal Meuranesio non esser altro che il vescovo Ursicino. Ora aggiungono preziose notizie le iscrizioni trovale sul se­polcro di questo prelato. La prima orizzontale sulla parte superiore della tavola mar­morea dice così:

† HIC SACERDOS EPISCOPAVIT ANNOS XLVII COMPLEVIT OMNES DIES SVOS ANNOS PLVS MINVS LXXX.

  1. Pag. 323.