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allogarsi: qui ecclesiam inibi fabricarent cum circumiacentibus episcopis ubi reliquias B. Iohannis Baptiste reponerent eamque perfectam Episcopo Viennensi ad cuius dyocesim pertinebat locus beato Isicio conseruare precepit. Segue poi a narrare che Gontranno radunò un concilio di vescovi a Châlons, e che ivi fu ordinalo Felmasio primo vescovo di Moriana a cui assoggettò anche Seusiam ciuitatem iamdudum ab Italis acceptam.1 Nè a ciò ripugnano le lettere di S. Gregorio Magno, il quale parla solamente di parrocchie situate in finibus Francorum stacate per violenza dalla diocesi torinese. Ed erano appunto in finibus Francorum Susa e la valle di Lanzo. Solo conviene di necessità supporre che l’aggregazione delle parrocchie italiane, sebbene già da Gontranno risoluta, sia per qualche anno rimasta ineseguita, cioè fino ai tempi dei re Teodeberto e Teoderico. Io credo pertanto che Ursicino non abbia in quella occasione perduto che le parrocchie situate nelle valli di Susa e di Lanzo. Altra sicura memoria non aveasi d’Ursicino fuorché quella che dalle lettere surriferite si potea ricavare, e gli scrittori congetturando, ne assegnavano la morte al 600, ed al primo di febbraio, giorno nel quale il Capitolo Torinese celebra da tempo antichissimo la festa d’un ignoto vescovo Sant’Orso, che s’affermò dal Meuranesio non esser altro che il vescovo Ursicino. Ora aggiungono preziose notizie le iscrizioni trovale sul sepolcro di questo prelato. La prima orizzontale sulla parte superiore della tavola marmorea dice così:
† HIC SACERDOS EPISCOPAVIT ANNOS XLVII COMPLEVIT OMNES DIES SVOS ANNOS PLVS MINVS LXXX.
- ↑ Pag. 323.