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note | 91 |
il rito cattolico, Alaloaldo loro figliuolo, cominciarono tempi migliori pel sacerdozio, che fu poscia ammesso a godere dei dritti civili dei Longobardi; pe’ vescovi che acquistarono a grado a grado molta influenza, e poterono largamente esercitar la volontaria giurisdizione fra i Romani tributari, che le manumissioni divenute meno rare cambiavano in liberi Longobardi.1
Tornando ad Ursicino che fu depredato e condotto in servitù, parmi che l’epoca della sua doppia disgrazia debba assegnarsi o al tempo della prima conquista, o al più tardi al decennio della onnipotenza ducale. I primi selle anni del dominio de Longobardi, e così dal 568 al 575, sono veramente quelli che gli storici assegnano come tempi delle maggiori crudeltà e persecuzioni. E sappiamo da Paolo Diacono, che in tempi posteriori si contenta vano i re ariani di contrapporre al vescovo cattolico un vescovo ariano.
S. Gregorio indirizzandosi a Siagrio vescovo d’Autun per raccomandargli Ursicino, si rivolgeva a personaggio di grande autorità. Era egli in molta grazia presso la famosa regina Brunichilde, dalla quale avea avuto l’incarico di presiedere all’educazione del re Teodeberto. Anzi molto tempo prima Brunichilde avea pregato il pontefice di onorar Siagrio del pallio, ma di far la cosa come se di proprio moto procedesse, e non a richiesta di lei; alla qual domanda rispondeva il pontefice che, secondo i canoni, il pallio non doveva concedersi, fuorché per grandi meriti, ed a chi fortemente lo desiderava: che in quanto ai meriti Siagrio era uomo retto e prudente, e consumato nell’esercizio delle virtù e dei doveri episcopali; onde e per questo e per l’intercessione d’essa regina non avea difficoltà di mandarlo, ma col paltò espresso che Siagrio ne farebbe calda istanza egli stesso.2
Tuttavia l’intercession del pontefice presso Siagrio e presso i