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al 31 gennaio, condusse a Milano la sua sposa la principessa Beatrice d’Este. Ella aveva diecisette anni, Lodovico contava il quarantesimo. Si fecero pompe grandissime per queste nozze, e il Calco le descrive. Allora l’abito de’ dottori collegiati era più allegro di quello che ora lo sia; purpureis vel coccineis togis fulgentes comparvero in quelle feste; e gli abiti delle matrone erano falcatis infra ubera pectoribus, ac pallio, ritu gabino, dextro ab humero lævum in latus subducto. Avevano le matrone un lungo strascico, ed era pomposo, elegante e grave il loro vestito, in guisa che ballavano con graziosa lentezza: modice et venuste, dice il Calco. Per questi sponsali si fecero pure magnifiche giostre; et il pretio de sì illustrata giostra per egregia virtute hebbe Galeazo Sanseverino e Giberto Borromeo.

Poste a convivere insieme le due principesse, cioè la duchessa Isabella e la principessa Beatrice duchessa di Bari, nacquero de’ dissapori. Isabella, come moglie del duca regnante, pretendeva d’essere sola sovrana; e che Beatrice fosse considerata suddita. Isabella era figlia di un re. Beatrice, moglie del tutore del duca, considerava la duchessa come la pupilla. L’avo d’Isabella era Ferdinando, nato da illegittima unione. Le meschine vicende della casa di Aragona nel regno di Napoli erano argomenti di cronologia contraposti all’illustre sangue estense. (1492) Il fatto di tai domestici partiti fu