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Simonetta, che, malgrado la protezione e gli uffici di altri principi, venne abbandonato alla vendetta de’ nemici che gli avea conciliati la passata fortuna, e fors’anco la stessa sua virtù.

Poco tardò a verificarsi il rimanente del vaticinio del Simonetta. (1481) Il favorito della duchessa Trassino, accecato, siccome avviene alle anime basse, dalla prospera fortuna, mancando ai riguardi ch’egli doveva verso Lodovico, venne scacciato nel 1481, e portò seco a Venezia un tesoro di gioie e di denaro. La duchessa si avvilì talmente, che rinunziò a Lodovico la tutela con un atto solenne, sperando con ciò di rimaner libera, ed uscendo dallo Stato rivedere il favorito: ma il primo uso che Lodovico fece del potere confidatogli, fu d’impedirle l’uscita dallo Stato, e ad Abbiategrasso venne arrestata. Così Antonio Trassino, senza saperlo, fu quegli per cui la casa Sforza poi perdette lo Stato, i Francesi occuparono il ducato, gl’Imperiali gli scacciarono; e si formò un nuovo ordine di cose per tutta l’Italia, come in appresso vedremo. Le debolezze di una donna, e la bella figura di uno scalco fecero maggior rivoluzione nel destino d’Italia, di quello che non avrebbe fatto un gran monarca od un conquistatore.

(1482) L’Italia si pose in armi l’anno 1482, e per due anni ne sopportò i mali. Il re di Napoli Ferdinando e i Fiorentini erano collegati cogli Spagnuoli. I Veneziani, il papa e i Genovesi erano riuniti nel contrario partito. Il papa abbandonò poscia i Veneziani e si unì agli Sforzeschi. Non nuoce punto l’ignoranza di questi minuti avvenimenti guerreschi; anzi la scienza di essi è atta soltanto a caricare