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le terre o le persone de’ Milanesi, come si scorge dagli archivi dì città. Ma i nostri capitani e difensori, l’istesse armi che avean rivolte contro dello Sforza, le adoperavano ancora verso altri. Leggesi ne’ registri di città la taglia di duemila ducati d’oro a chi condurrà a Milano Antonio e Ugolino fratelli Crivelli, i quali avevano ceduta la fortezza di Pizzighettone al conte Sforza. Leggesi la taglia di mille ducati a chi consegnerà Francesco Borro, che aveva ceduta allo Sforza la fortezza di Lodi.
Era circondata la città di Milano dai soldati dello Sforza, e custodita con tanta esattezza, che egli era impossibile di ricevere alimento veruno. Un moggio di grano si vendeva a venti zecchini S’eran vendute pubblicamente e mangiate le carni dei cavalli, degli asini, de’ cani, de’ gatti e persino de’ sorci. Morivano sulle pubbliche strade alcuni cittadini di fame. In queste estremità, cioè tre giorni prima che Francesco Sforza diventasse padrone di Milano, i capitani e difensori della libertà pubblicarono un editto per la pudicizia e morigeratezza pubblica.
Oltre il Corio,