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la maggior parte di loro dispersi con li bottini fatti in essa città, andando alle loro patrie ricchi, laonde non si sarebbero poi fatto stima di ritornar più al soldo de’ Francesi, di modo che esso Lotrecco, ritrovandosi poi per detta causa con niuno ovver pochissimo esercito, sarebbe stato sforzato a lasciar l’impresa di gire a Napoli, come aveva supposto, la qual era di più importanza e di maggior danno che la perdita d’essa città. Avendo dunque avuto detto conte Barbiano detto avviso, anzi comandamento espresso, subito ricercò di avere e così ottenne da’ Francesi salvo condotto931. S’impadronirono pertanto i Francesi di Pavia il giorno 5 di ottobre del 1527; e a pretesto di espiar essi la precedente disfatta e la presa del loro re, la città fu crudelmente posta a sacco, e poco mancò che non rimanesse affatto distrutta. Il Lautrec il 18 ottobre abbandonò Pavia rovinata, e lasciando Milano bloccata e mancante di viveri, s’avviò a Piacenza, dove aggiunti alla Lega i duchi di Ferrara e di Mantova, proseguì la sua marcia alla vôlta di Napoli. Giovandosi il Leyva della partenza di Lautrec, uscì da Milano, respinse alcuni corpi nemici e s’impossessò di Novara, scacciandone il presidio sforzesco coll’aiuto di Filippo Torniello.
L’unico vantaggio che risultò da questi alternanti successi furono le trattative di pace intraprese tra l’imperatore Carlo V e Francesco I re di Francia. Ma sì bella spe-