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a Ferrara per farsi curare. Chi il disse colà morto di apoplessia nel mese di marzo 1527927, fu indotto in errore, mentre trovansi lettere di questo capitano dei Tedeschi, in data di Milano, delli 25 luglio dell’anno seguente928. Il Borbone, costante nel suo proponimento, messosi alla testa di tutta quell’armata, attraversò rapidamente gli Appennini, e s’incamminò verso Firenze. La qual città trovando egli, fuor d’ogni suo avviso, ben munita e pronta alla difesa, avendo l’armata della Lega vicina, neppur tentò di accostarvisi929. Giunto sotto Roma, il duca spedì un araldo chiedendo al papa che mandassegli alcuno per concertare seco le condizioni della pace. Ma nemmeno si permise che l’araldo entrasse in città: tanto credevansi il papa e i Romani sicuri, perchè i Cesarei, senza artiglieria e mancanti di tutto, non potevano fare assedio nè persistere, essendo vicino e pronto al soccorso l’esercito confederato. Questa estremità di miseria de’ Cesarei fu appunto