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duca Francesco passò nel campo degli alleati, indi a Lodi, nella quale città, cedutagli dai Collegati, ratificò per istrumento pubblico la Lega Italica stabilita nel congresso di Cugnac. Breve fu la dimora dello Sforza in Lodi, mentre giunti finalmente a Marignano quattordicimila Svizzeri assoldati dalla Francia in soccorso degli alleati, non fu loro difficile, dopo diversi attacchi e vigorose ripulse, di costringere Cremona alla resa. Questa seguì ai 25 settembre del 1526, coll’uscir libero il presidio, a patto che per un anno non guerreggiasse nella Lombardia. Cremona fu pure dai Collegati consegnata al duca Francesco Sforza. Alla nuova dell’arrivo del rinforzo svizzero a Marignano, con che l’esercito della Lega s’accrebbe a più di trentamila fanti, oltre la cavalleria parimenti superiore di numero alla Cesarea, le forze imperiali, limitate a cinquemille Spagnuoli, quattromila Tedeschi e circa seimila cavalieri, si accamparono fuori di Milano, onde star meglio in guardia contro un nemico tre volte più poderoso e una città male affetta.
Oltre gli Svizzeri venuti in rinforzo dell’armata collegata, non indugiò il re di Francia in quel torno a spedire in aiuto di essa, giusta i patti, quattromila Guasconi, quattrocento corazzieri, e quattrocento cavalleggieri sotto il comando del marchese