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volere del Pescara poco avrebbe giovato a scampare il Morone dalla morte, se non fosse venuto in pensiero al duca di Borbone, tornato di recente in Italia, di mettere a prezzo il di lui riscatto; onde gli offerse la libertà mediante il pagamento di ventimila ducati. L’irregolarità del giudizio e l’improvvisa proposta fecero credere al Morone che tutto fosse una finzione, ma sentendo che erasi già eretto il palco per la esecuzione della capitale sentenza, pagò, e fu liberato dal carcere. La carica però di gran cancelliere venne trasferita nel conte di Landriano, Francesco Taverna.
Questa pericolosissima sciagura del Morone ebbe origine dallo sdegno per le esorbitanti vessazioni con cui l’armata imperiale smungeva lo stato di Milano. Francesco Sforza non aveva che il nome di duca, sebbene l’imperatore avesse preso le armi per lui. L’imperatore avea posto un tributo di centomila ducati sul Milanese, indi chieste somme esorbitanti allo Sforza per l’investitura905. Inoltre il duca, vedendo vessati sopramodo i