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dell’imperatore, perchè, senza riguardo ai segnalati servigi da lui resi alla corona, avea confidato al Lannoy la custodia e la trasmissione a Madrid del re di Francia. Anzi si era lasciato credere al Pescara, che da Genova il re si dovesse trasportare a Napoli; nè egli seppe il destino del re, se non quando lo seppe ognuno. Questa diffidenza e questa ingratitudine di Carlo V, avevano lacerato l’animo sensibile del marchese di Pescara. Il marchese era Italiano; e la nazionale gelosia tra Spagnuoli ed Italiani fu la cagione di un mistero inopportuno ed ingiurioso. Perciò Girolamo Morone, gran cancelliere del ducato, ed intimo consigliere del nostro duca, uomo di molta eloquenza, dignità e dottrina894, fu dai collegati incaricato ad aprire discorso col marchese di Pescara. Sepulveda ne riferisce il transunto895. Ricordò il Morone al Pescara, che a gran proposito era l’occasione; che tutti i principi italiani erano pronti a far causa comune per la patria; che altro non mancava se non un capitano d’animo, di cuore, di sperienza, di celebrità, degno d’essere posto alla testa di un’armata; che il marchese di Pescara era quegli che ciascuno eleggeva; che il servigio