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nel modo seguente. Lavate prima le mani con acqua nanfa, posto in tavola primamente focaccine fatte col zuccaro et acqua rosata, e marzapani et offellette e pane biscotto; lo scalco portò poi fegati arrostiti di capponi, galline, et anitre, aspersi con sugo di aranci, e lattelli di vitello, e cotornici e tortore molto grasse, arrostite nello spiedo; terzo, furono portati pavoni e conigli arrosto, e varii piattelli di carne di manzo trita, condita con zenzevero, canelle e garofani; da poi capponi e lonze di vitello a rosto, con piattelli di carne di caprioli, con uva in aceto composta. Poi petti di vitello, capponi a lesso, con tortellette di formaggio e cinamomo, coperte con bianco mangiare, ovvero sapore composto con mandorle, zucchero e sugo di limone; poco da poi teste di vitello condite con passule e pignoli, e gran pezzi di carne di manzo, con senape e ulive; da poi colombi, anatre, lepretti acconci con pere, limoni e aceto. D’indi a poco furono portati porcelletti arrosto intieri, coperti di salsa verde; poco appresso papari grassi, cotti con cipolle e pepe; dopo lo scalco fece portare i latticini e fritelle fatte a modo tedesco; e cose fatte di cacio di molte sorti. Ultimamente si posero mirabolani, citrini, kebuli, e corteccie di cedro e zucche confettate. Ho tralasciato il pane bianco come neve, e vini bianchi e rossi, al nettare o all’ambrosia non cedenti, di che i Tedeschi maravigliosamente se ne godevano e con grande stupore. V’erano molti cantori e suonatori di varie sorti con trombe e tamburi, che rallegrarono molto i convitati, nel qual mangiarono certamente più di trecento uomini. Oggidì si conosce meglio la virtù, e meglio s’imparano i doveri sociali. Un pazzo che