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di stargli lontane per non soffrire la polve che alzavano col calpestio, se gli accostò Bonifazio Visconti, giovine di nobilissima famiglia, e giunto ad un quadrivio, a tradimento sfoderò una daghetta e tentò di percuotere il duca nella testa; ma il movimento del cavallo fe’ sì che appena leggermente lo ferì sulla spalla. Questo Bonifazio era assai domestico dell’eccellenza del duca, dice Burigozzo, il quale asserisce essere accaduto il fatto nel giorno 21 d’agosto 1523. L’assassino profittò del velocissimo suo corsiero, e potè salvarsi nel Piemonte. Il duca ritornossene a Monza. Per Milano si sparse nuova che il duca fosse morto o moribondo, e ciò produsse una vera desolazione ne’ cittadini. Tre giorni dopo il duca venne a Milano. L’ammiraglio Bonnivet, senza contrasto alcuno, entrò nel Milanese, e direttamente si presentò sotto le mura di Milano per assediarla; ma la plebe era ardentissima con l’animo e con le opere contro ai Francesi, dice Guicciardini; e il Gaillard scrive: l’infaticable Moron, plus utile au duc de Milan, que les plus habiles gènèraux, encourageoit et les bourgeois et les soldats, veilloit à l’approvisionnement de la place, à l’avancement des travaux, et faisoit de plus repentir les François de ne lui avoir point tenu parole. La comparsa de’ Francesi sotto Milano seguì verso la metà di settembre; intrapresero l’assedio; ma il giorno 12 di novembre cominciò a cadere gran copia di neve, e continuò un tempo cattivissimo per tre giorni. Le opere che aveano scavate i Francesi, erano impraticabili a cagione del fango profondo. Assai malvestiti erano i Francesi, e non era