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pienissima podestà di procedere, e giudiziariamente, ed anche per la via della equità: possitque ea omnia quae justitiae et aequitatis. Creato, siccome vedemmo, nel principiare del secolo XVI, egli, sebbene mutata la forma e ridotto a soli undici giureperiti, de’ quali nove soli sedenti, durò sino alla primavera del 1786 per lo spazio di ducent’ottantacinque anni. Gaillard, nella sua assai bella storia del re Francesco I, ci informa di varii aneddoti, i quali hanno relazione immediata cogli avvenimenti accaduti nel Milanese. Lautrec, siccome accennai, aveva da bel principio chiesto soccorsi di denaro al re, protestandosi incapace di far fronte ai collegati senza di questo mezzo, per mantenere l’armata ed accrescerla cogli Svizzeri. Il re credeva che Lautrec avesse ricevuti quattrocentomila scudi, ch’egli aveva comandato se gli spedissero; e restò sorpreso, allorchè intese da Lautrec in sua discolpa che nulla eragli giunto, e che i Francesi erano creditori dello stipendio di diciotto mesi. L’ordine l’avea dato il re ad un vecchio ed onorato ministro di somma integrità, che il re chiamava padre suo, cioè al sopraintendente Saint-Blançay, il quale, interpellato dal suo monarca sulla spedizione di quella somma, tremando e sbigottito, gli significò che la duchessa d’Angoulême l’aveva obbligato a consegnarle i quattrocentomila scudi, comandandogli il segreto, e rendendosi ella mallevadrice delle conseguenze. Il povero ministro aveva la polizza segnata dalla duchessa, da cui appariva lo sborso fattole. Sin qui si scorge un intrigo di corte per fare scomparire Lautrec, fratello della favorita, a costo della perdita d’una provincia e del sangue di migliaia d’uomini. Luisa di Savoia, madre del re, e duchessa d’Angoulême,