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in Milano, e confortava i Milanesi a difendersi contro dei Francesi, che stavano per discendere dalle Alpi, ricordando che se erano stati crudeli per lo passato, ora per odio e vendetta di aver abbracciato il principe naturale, non si sarebbero saziati di carneficine, nè appagati con tutto l’oro, ed avrebbero con più ferocia rinnovata memoria del Barbarossa. Ricordava gli esempi de’ valorosi antenati, assicurava la salute eterna a chi moriva colle armi in mano per difesa della patria e del suo legittimo sovrano. Comparve sommamente animato il corpo de’ cittadini milanesi formato dalla milizia urbana. Era meraviglioso l’odio del popolo milanese contro ai Francesi, maraviglioso il desiderio del nuovo duca; per le quali cose, tollerando pazientemente qualunque incomodità, non solo non mutavano volontà per tante molestie, ma messa in arme la gioventù, ed eletti per ciascuna parrocchia capitani, concorrendo prontissimamente giorno e notte le guardie... alleggerivano molto le fatiche dei soldati.
Il duca Francesco Sforza l’anno 1522 confermò il senato; stabilì che venisse composto di ventisette senatori, cioè cinque prelati, nove cavalieri e tredici dottori. L’editto è del giorno 18 maggio 1522. Questo corpo ebbe in quella occasione la