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sa conduite, il paroit que c’ètoit un prince foible, fait pour être gouvernè. Ni politique, ni belliqueux, on ne l’avoit vu ni prèparer sa defense par les intrigues du cabinet, ni commander ler armèes qui combattoient pour lui. Il sembloit que la querelle du Milanès lui fût ètrangère. Mais il eut du moins le mèrite d’avoir renoncè de lui même à un rang au quel il n’ètoit point propre, et de ne l’avoir jamais regrettè dans la suite. Egli passò nella Francia, dove sette anni prima era morto Lodovico suo padre; vi campò quindici anni, essendo poi morto a Parigi il giorno 10 di giugno del 1530. Il re Francesco I volle mantener la promessa data per Girolamo Morone, il quale forse s’aspettava d’essere fatto senatore del senato di Milano: ma il re temeva il talento di quest’uomo, e non doveva dimenticare che Francesco Sforza era salvo: perciò lo destinò a risedere nel parlamento della provincia di Bresse, la quale forma una porzione del regno di Francia fra la Borgogna, la Franca Contea, la Savoia e il Viennese: alla quale onorevole destinazione mostrò di ubbidire il Moroni, e fingendo d’incamminarsi al nuovo suo destino, strada facendo, sviò e ricoverossi nel Modanese.

Nel tempo stesso in cui si assicurò il re di Massimiliano Sforza, e s’impadronì delle fortezze del