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Di Francesco I re di Francia, e suo governo nel ducato di Milano
Il buon re di Francia Francesco I radunò un’armata formidabile, e si preparò a discendere egli stesso nell’Italia. Accrebbe sino a millecinquecento il corpo delle sue lance, numero per que’ tempi esorbitante; allestì un imponente corredo d’artiglieria; prese al suo stipendio diecimila Lanschinetti, seimila fanti della Gheldria; radunò diecimila Guasconi: in somma, formò una terribile armata con quindicimila uomini d’armi, quarantamila fantaccini, tremila pionieri ossia guastatori, e nell’esercito si contarono più di ottantamila persone. Il contestabile di Bourbon aveva il comando della vanguardia. Il re s’era riserbato il comando del corpo di battaglia; al duca d’Alençon aveva affidata la retroguardia; Lautrec, Navarra, Gian Giacomo Trivulzi, la Palisse, Chabanne, d’Aubigny, Bayard, d’Imbercourt, Montmorency, i più illustri che militavano sotto le insegne di Francia, tutti gareggiavano per combattere sotto del giovane e coraggioso loro re. Reso istrutto il duca di tai preparativi, e di forze di gran lunga superiori alle sue, le quali senza dimora s’andavano innoltrando, mentre egli aveva alle spalle i Veneziani, combinati a di lui danno, affidò a Prospero Colonna dugento uomini d’armi e quarantamila Svizzeri. Non conveniva aspettare nella pianura della Lombardia un esercito fortissimo,