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nel quale solevano alloggiare i duchi, era in potere de’ Francesi. Il potere ducale Massimiliano lo ricevette dagli Svizzeri; e, come dice Guicciardini: Il cardinale (Sedunense lo chiama il Guicciardini, ed è il vescovo di Sion), in nome pubblico degli Svizzeri gli pose in mano le chiavi, ed esercitò quel dì, che fu degli ultimi di dicembre, tutti gli atti che dimostravano Massimiliano ricevere la possessione da loro; il quale fu ricevuto con incredibile allegrezza di tutti i popoli per il desiderio ardentissimo di avere un principe proprio, e perchè speravano avesse a essere simile all’avolo o al padre, la memoria dell’uno de’ quali per sue eccellentissime virtù era chiarissima in quello Stato, nell’altro il tedio degl’imperi forestieri aveva convertito l’odio in benevolenza.
(1513) Giulio II, il primo motore degli avvenimenti de’ tempi suoi, quel papa che, coll’usbergo sul petto e l’elmo in capo, diresse l’assedio della Mirandola, e vi entrò per la breccia, terminò la sua vita la notte dal 20 al 21 di febbraio del 1513. Questo colpo cambiò nuovamente le combinazioni politiche in Europa. I Veneziani, che tre anni prima, per ricuperare la terra ferma occupata da’ Francesi uniti coll’imperatore, avevano cedute al papa le città marittime della Romagna, ascoltarono le proposizioni che fece loro la Francia, la quale prometteva ad essi la terraferma, Verona, Vicenza, Brescia, Bergamo e Crema, e con tali condizioni si collegarono con Lodovico XII nel trattato di Blois 13 marzo. Con tale nuova confederazione si obbligavano i Veneziani ad assistere il re