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Veneziani consigliavali a dar mano alla rovina dei Francesi per ricuperare Brescia e il restante della terra-ferma, e collocar sul trono di Milano un principe da cui non dovessero temere invasione. Innoltrò il papa i suoi maneggi coll’imperatore Massimiliano per restituire il ducato di Milano a Massimiliano Sforza, cugino dell’imperatore medesimo. L’imperatore, con un proclama, richiamò alla patria tutti i Tedeschi che militavano nell’armata francese; e questi abbandonarono i loro stipendi, resi poco sicuri; e sempre più s’indebolirono le forze comandate dal signor de la Palisse. Dall’attività di papa Giulio II gli Svizzeri incessantemente animati, scesero questi nuovamente in Italia; e profittando della confusione e debolezza de’ Francesi, occuparono i tre baliaggi di Lugano, Locarno e Mendrisio, i quali continuarono a possedere gli Svizzeri dappoi, come al presente. I Grigioni s’impadronirono di Chiavenna, Bormio e della Valtellina, attualmente possedute da essi. Il papa occupò Parma e Piacenza. In questo stato di cose il signor de la Palisse si ricoverò a Pavia, città forte, e, abbandonò Milano. Il consiglio generale de’ novecento si radunò per dare le ordinarie provvidenze alla città, e porre qualche riparo alla pestilenza che l’affliggeva. Gli Svizzeri, sotto il comando del cardinale di Sion, invadono lo Stato in nome della Santa Lega: occupano Cremona, indi Lodi: si unisce al cardinale svizzero il vescovo di Lodi Ottaviano Sforza, cugino di Massimiliano. Milano riconosce la Santa Lega il giorno 16