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ilievi che adornavano la tomba, vennero, non saprei per qual destino, rotti e divisi; alcuni se ne veggono nella deliziosa villa di Castellazzo, altri sono presso alcuni privati. Sempre più si conosce che un buon libro è il solo monumento durevole, col quale un uomo sia sicuro di tramandare ai secoli venturi la memoria di se medesimo: i marmi, gli edifizi, le pubbliche fondazioni, tutto si scompone e disperde; ma Orazio aveva ragione di scrivere, ch’egli s’innalzava un monumento co’ versi suoi più durevole de’ bronzi.

Dopo la battaglia di Ravenna, in cui si disse che rimasero morti sul campo ottomila fanti e mille cavalieri pontificii, e prigionieri il vicerè di Napoli don Pietro di Navarra, il cardinale dei Medici, il marchese di Pescara, Fabrizio Colonna, il marchese di Padule, il figlio del principe di Melfi, don Giovanni Cardona ed altri; l’armata francese, sebbene vincitrice, si trovò talmente rovinata, che il cavaliere Bayard, nella lettera citata, assicura che in cento anni di tempo la Francia non poteva risarcire la perdita che aveva fatta. Dopo questa tal battaglia, il papa Giulio II sempre più si strinse co’ Veneziani per discacciare i Francesi, i quali a nome del concilio avevano cercato di occupar la Romagna. L’interesse dei