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sospeso dalla sua dignità papale. Di tutto ciò fa menzione il Prato.
Nè già i pericoli che stavano d’intorno a Giulio II limitavansi a questa scarsa e dispregiata congregazione, già dal papa scomunicata e resa obbrobriosa o ridicola ai popoli. Il pericolo assai maggiore stava riposto nel valor militare del duca di Nemours, Gastone di Foix, nipote per parte di madre del re Luigi XII, fatto governatore e capitano generale dopo la morte del gran maestro di Amboise. Questo giovine eroe, all’età di soli ventidue anni, mostrò i talenti di un gran generale. Dal Milanese vola a soccorrere Bologna, assediata da don Pietro di Navarra, e lo sorprende prima ch’egli abbia nemmeno notizia ch’ei marciasse a quella vòlta; lo pone in fuga, batte la retroguardia di lui; rende libera Bologna. Coglie il momento di questa impresa il conte Luigi Avogadro, e, profittando della assenza de’ Francesi, apre le porte di Brescia a’ Veneziani, i quali occupano Brescia e s’innoltrano sino al Mincio. Al momento parte Gastone dal Bolognese, si affronta al Mincio coi nemici, che gliene disputano il passo, e li disperde; si presenta a Bergamo e la prende; si presenta a Brescia, e se ne rende padrone; e tutta questa maravigliosa serie di fatti si eseguisce in pochi giorni. Il 29 di febbraio prese Bergamo, il l° di marzo prese Brescia; al quale proposito il Guicciardini scrive: Fu celebrato per queste cose per tutta la Cristianità con somma gloria il nome di Fois, che con la ferocia e celerità sua avesse in tempo di quindici dì costretto l’esercito ecclesiastico e spagnuolo a partirsi dalle mura di Bologna, rotto alla campagna Giampagolo