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accolti, lo scrive il Guicciardini: Ma a Milano i cardinali, seguitando per tutto il dispregio e l’odio dei popoli, avrebbero avute le medesime o maggiori difficoltà; perchè il clero milanese, come se in quella città fossero entrati, non cardinali della chiesa romana, soliti a essere onorati e quasi adorati per tutto, ma persone profane ed esecrabili, si astenne subitamente da se stesso dal celebrare gli uffizi divini, e la moltitudine, quando apparivano in pubblico, gli malediceva, gli scherniva palesemente con parole e gesti obbrobriosi, e sopra gli altri il cardinale di Santa Croce, riputato autore di questa cosa. Il cardinale di Santa Croce, spagnuolo, era uno dei primi autori di tale scisma. I nostri ecclesiastici, immediatamente dopo la loro venuta, cessarono di celebrare le sacre funzioni, considerando come soggetta all’interdetto la terra ove abitavano questi prelati. Il governo comandò loro di continuare nel solito ministero; ed il Prato ci avvisa che i monaci Benedettini, Cisterciensi e Lateranesi per non aver voluto ubbidire, ebbero i militari posti ad alloggiare sulle loro terre. (1512) Il giorno 4 gennaio 1512 si radunò nel Duomo questo concilio. Il cardinale di Santa Croce cantò la messa pontificale: il cardinale Sanseverino ed un altro cardinal francese servivano da diacono e suddiacono; v’erano altri due cardinali assistenti, e ventisette colle mitre bianche in testa, altri vescovi, ed altri abbati. Trattossi di portare giudizio su papa Giulio; ed eravi per notaio, che scriveva gli atti del concilio, un messer Ambrogio Boltraffo. Tenne varie sessioni questo concilio, ed in una del giorno 21 d’aprile venne dichiarato il sommo pontefice