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gran numero, che una non era più di due braccia discosta dalle altre. Stavano alle porte alcuni che gettavano denaro ai poveri. La funzione fu magnifica. Il cadavere poi privatamente fu trasportato in Francia. Tali singolarità meritano luogo nella storia, perchè ci rappresentano i costumi ed il lusso dei tempi. L’onorare le ceneri de’ trapassati sembra cosa quasi naturale all’uomo, poichè sino da’ più remoti secoli se ne scorgono le tracce; e le nazioni selvagge eziandio ne hanno dato esempio. L’estinguere questo pietoso sentimento sarebbe difficilissimo e forse un cattivo progetto. Il limitare la profusione di tai pompe sembra conforme ad una saggia legislazione. Se questo affetto poi di preservare la spoglia e perpetuar la memoria delle persone che ci furono care, si rivolga in favor delle belle arti, animando la scultura, merita incoraggiamento e lode. Nel secolo XVI cominciò tra noi una severa e poco avveduta vigilanza contro siffatti monumenti, e se ciò non fosse stato, avremmo assai più ornati i nostri sacri templi di riconoscenti memorie de’ cittadini, e del progresso delle belle arti, che non abbiamo.
Poichè Giulio II ebbe mancato di fede al re di Francia, staccandosi dalla lega ed unendosi coi Veneziani, movendo gli Svizzeri, ed accostandosi agli Spagnuoli, alcuni cardinali, o partitanti della Francia, o malcontenti per la vita assai più militare che ecclesiastica del sommo pontefice, si radunarono in Pisa, ove si andava formando un concilio per deporlo, e dichiarar vacante la Santa Sede. In Pisa non si credendo eglino bastevolmente sicuri, passarono alcuni cardinali a Milano colla idea di quivi congregare il concilio. Come fossero