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Lodovico XII, re di Francia, perde il Milanese, ove è riconosciuto Massimiliano Sforza, ottavo duca

Dopo la vittoria di Agnadello, il re di Francia Lodovico XII aveva ottenuta dall’imperatore Massimiliano l’investitura del ducato di Milano collo sborso di centocinquantacinquemila scudi d’oro. Così quell’augusto parve che sagrificasse i due suoi cugini germani, Massimiliano e Francesco Sforza, spogliandoli di quel diritto ch’ei medesimo aveva dato ad essi nell’investitura di Lodovico il Moro, loro padre. Ma se le circostanze momentanee consigliarono un tal partito, in forza della lega di Cambrai, considerata per un mostro politico; cambiate queste, ben tosto gl’interessi di ciascun potentato ripigliarono il loro vigore; e nello Sforza preferì Cesare un principe stretto parente e protetto da lui, ad un rivale formidabile, quale era il re di Francia. (1510) Il papa Giulio II, staccatosi dalla lega, unitosi co’ Veneziani, teneva segrete pratiche cogli Svizzeri, a fine di scacciare dal Milanese i Francesi, o d’inquietarli per lo meno. Quella nazione bellicosa e confinante, cinta da montagne altissime, poteva con improvvise incursioni sorprendere, e, rispinta, ancora ricoverarsi fra le rupi native fuori da ogni pericolo di offesa. Dopo di avere gli Svizzeri occupata Bellinzona nella rivoluzione in cui Lodovico il Moro fu preso, resi padroni di quella ròcca, in addietro posseduta dai duchi di Milano, non solamente si