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e Padova; il re di Francia riunisse al Milanese Crema, Bergamo e Brescia. Gli altri principi tutti avevano concertata la porzione che lor doveva appartenere dello spoglio de’ Veneziani.
I Veneziani radunarono un esercito di sessantamila uomini; e ne confidarono il comando al conte Bartolomeo d’Alviano. Si presentarono i Veneti all’Adda. Di contro comparve il governatore di Milano gran maestro Carlo d’Amboise, con una men forte armata. I Veneziani posero il fuoco a Treviglio; il loro comandante voleva prendere Lodi e Milano, od almeno tentarlo prima che giugnesse il re di Francia, il quale con nuovi armati passava le Alpi; ma i provveditori veneti non lo permisero. (1509) Comparve Lodovico XII in Milano il giorno l° di maggio del 1509, e fu questa la terza volta. Vi dimorò otto giorni; indi co’ suoi s’incamminò alla vòlta di Cassano. Egli avea al suo seguito da cento de’ primi gentiluomini milanesi, che seco conducevano più di mille cavalli corredati con maravigliosa magnificenza; e questi combattevano a proprie spese senza stipendio; su di che il Prato: al vedere quelle cavalcanti compagnie sì di Francesi come di Milanesi, con i sajoni quasi tutti di broccato d’oro sopra le fulgenti armi, avendo il re, vestito di bianco, nel mezzo, era veramente uno obstupescere l’occhio del riguardante. Giunse il re a Cassano; si pose di fronte ai Marcheschi. I Veneziani erano vantaggiosamente accampati alla sinistra riva dell’Adda, che scorreva avanti al loro campo. Voleva il re arditamente passare il fiume ed attaccarli, ma Giovan Giacomo Trivulzio lo sconsigliò da questo temerario partito a fronte di una numerosa armata, provveduta di molta artiglieria. Il re fece de’ ponti, e su di essi passarono i Francesi; ciò accadde il 10