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discendere dal Tirolo nella Lombardia; e, col pretesto di passar poi a Roma per farsi incoronare, scacciar prima i Francesi dal ducato di Milano. Ma trovò opposizione tale de’ Veneziani, che dovette tornarsene. Egli mosse le armi contro i Veneti, ed essi occuparono le terre imperiali di Gorizia e Trieste. Questi furono gli ultimi motivi che determinarono la famosa lega di Cambrai l’anno 1509; lega in cui il papa, l’imperatore, il re di Francia, il re di Spagna, e vari altri minori principi Gonzaghi, Estensi, ecc., si unirono a danno della prepotente repubblica veneta; lega per cui Venezia fu nel punto di perire, e per cui ricevette un colpo siffatto, che più non le fu possibile riascendere alla primiera grandezza. Era egli meglio per Venezia l’avere per confinante un principe di forze moderate, come lo Sforza, ovvero un re di Francia? Sulla casa Sforza essa acquistò Brescia, Bergamo e Crema. Il tempo cambia i principi, e le repubbliche immortali seguitano sempre la stessa politica. Un successore debole sul trono di Milano accresceva nuove spoglie ai Veneti; Cremona, la Gera d’Adda terminarono in mano de’ Veneti... Quantunque, era forse un bene per Venezia l’accrescere tanto lo Stato suo? E se, invece di farsi delle città suddite, ella ne avesse fatte altretante alleate e partecipi della veneta libertà, dando la cittadinanza veneta ai vinti, come i Romani... forse rinasceva Roma nel seno dell’Adriatico. Mi si perdoni questa digressione. Facil cosa è giudicare dagli effetti, siccome fa lo storico; ma gli uomini di Stato, costretti ad antivedere, sono dalle apparenze sedotti facilmente. L’oggetto di questa unione si era che il papa togliesse alla Repubblica le città marittime della Romagna; l’imperatore acquistasse Verona, Vicenza