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portarsi a Costantinopoli. Questa commissione fu data a due, e per vie separate, acciocchè uno almeno potesse eseguirla. Voleva che a di lui nome animassero il Turco a passare nell’Italia ed aiutarlo a ricuperare Genova, promettendo di unirglisi per far la guerra ai Veneziani. Parrebbe incredibile questo partito, se il Corio non ci avesse stampate le istruzioni dalle quali furono accompagnati que’ due ministri. Ma la protezione dell’imperatore procurò allo Sforza soccorsi più reali e solleciti; essendosi per ordine suo radunato un valente corpo di Svizzeri e di Tedeschi. Questi l’aspettavano ne’ confini; e trovandosi, siccome accennai, diminuite le forze dei Francesi, pel corpo di milizia spedito all’impresa d’Imola sotto il comando dell’Allegre, riuscì facil cosa al duca di nuovamente presentarsi; e le inquietudini del popolo ne furono opportuna occasione. Messer Sanseverino comandava quattromila fanti svizzeri. All’accostarsi di questi, il Trivulzio abbandonò Milano. Il giorno 4 di febbraio 1500 il duca Lodovico rientrò in Milano per Porta Nuova, cinque mesi e due giorni dopo che l’ebbe abbandonata. Tutti i corpi politici gli andarono incontro. Mentre il duca Lodovico passava verso la Scala, dove oggidì è il teatro, venne avvisato che i Francesi, padroni del castello, facevano una sortita; il che alquanto lo sconcertò. Nulladimeno vi si pose ordine, ed egli proseguì l’intrapreso cammino al Duomo, d’onde passò ad alloggiare nella corte, su cui l’artiglieria del castello, sebbene operasse, non potè far danno, per esserne premuniti i tetti. Un giorno solo rimase Lodovico in Milano: egli passò a Pavia, lasciando al governo di Milano il cardinale Ascanio suo fratello.